Alpi di guerra, Alpi di pace - 01 2015 by Stefano Ardito

Alpi di guerra, Alpi di pace - 01 2015 by Stefano Ardito

autore:Stefano Ardito [Ardito, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Europe, General, ebook
ISBN: 9788863809329
Google: iybhBgAAQBAJ
editore: Corbaccio
pubblicato: 2015-01-13T23:00:00+00:00


Anche il protagonista della «guerra bianca», che si combatte tra il 1915 e il 1917 sulla Marmolada, arriva da Innsbruck. Nell’unico ritratto di quegli anni che è arrivato fino a noi, Leo Handl non ha certo l’aspetto di un guerriero. Ha la faccia seria, indossa la divisa da tenente (per l’esattezza Oberleutnant, cioè «tenente superiore») dei Kaiserjäger, ha una piccozza tra le mani e tre medaglie appuntate sul petto. Sullo sfondo del ritratto, com’è giusto, c’è la Marmolada.

Alpinista, buon conoscitore delle Dolomiti, Handl è un ingegnere. Allo scoppio della guerra viene spedito sul fronte orientale a combattere contro l’esercito dello Zar. Ma nella primavera del 1915, quando l’Italia dichiara guerra all’Impero, la sua esperienza diventa preziosa sulle Alpi.

Comandante della compagnia Bergführer (guide alpine) del nono reggimento Kaiserjäger, l’Oberleutnant Handl ha come base operativa una baita della Valle San Nicolò, uno dei luoghi più idilliaci delle Dolomiti di Fassa. Da qui, insieme ai suoi uomini, sale a scavare gallerie e trincee sulle rocce del Col Ombert; sulla cresta di Costabella, che gli italiani attaccano dal Passo San Pellegrino, e sulla cima bizzarra del Collac’, una «sagoma bianca a mo’ di scogliera» che domina i pascoli del Ciampac’.

In un articolo uscito alla fine del 1916 sulla Zeitschrift, la rivista del DÖAV, Handl racconta con parole sue e sue foto (entrambe «hanno l’approvazione dell’Ufficio stampa di guerra austro-ungarico», si premura di ricordare nel testo) le esperienze vissute nel primo anno di guerra alpina.

Nell’articolo, qua e là, compaiono i suoi ricordi di montagna del tempo di pace. «Noi allora dalle cime e dalle torri del gruppo del Langkofel e del Rosengarten [il Sassolungo e il Catinaccio] facevamo vagare il nostro sguardo verso sud, per osservare se possibile il lontano Adriatico blu», annota prima di descrivere la Marmolada. «Il Rosengarten e il Boè risplendono nella rilucente veste mattutina della loro eterna bellezza, che ignora del tutto l’odio degli uomini e il loro distruggersi!» scrive con commozione qualche riga più avanti.

Altre volte, non sappiamo se spontaneamente o per dovere di propaganda bellica, Leo Handl scrive con durezza e con un pizzico di disprezzo per il nemico: «Il nostro buon Dio tedesco, quando ha dato forma al Col Ombert, ha pensato [di farlo] a danno dei nemici dell’Austria [...]. Noi abbiamo montato una guardia fedele sulla cresta di Costabella. Ai Welsche [termine dispregiativo per indicare gli italiani] sul versante opposto rimasero la paura e il terrore».



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